La denuncia di Vegas Chi guadagna con le riforme di Renzi? Cosa sta succedendo nel mondo del credito che il premier Renzi vorrebbe riformare? La settimana scorsa c’è statO quasi uno scandalo al giorno. Prima la perquisizione delle sedi di Ubi Banca, quelle della Compagnia delle Opere e della Confederazione degli artigiani di Bergamo. Poi il commissariamento della Popolare dell'Etruria, di cui il ministro Boschi è azionista e il padre vicepresidente. Infine l'indagine della Consob su rialzi anomali in Borsa nei giorni precedenti al provvedimento del Cdm che ha trasformato le Popolari in Spa. La denuncia del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, è già diventata il mantra dell’onorevole Brunetta ieri sera a Sky: “leggete i miei libri, ma prima la relazione di Vegas!”, diceva il capogruppo di Forza Italia ad una allibita Maria Latella. Vegas nella sua relazione ricorda che Matteo Renzi aveva annunciato la riforma del credito cooperativo il 16 gennaio a mercati chiusi. Ma secondo il presidente della Consob il giorno in cui erano già circolate le prime indiscrezioni è il 3 gennaio del 2015”. Da quel giorno fino al 9 febbraio 2015, i corsi delle Popolari sono saliti da un minimo dell'8% di Ubi ad un massimo del 57% di banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, "a fronte di una crescita dell'indice del settore bancario dell'8%". Sulla Popolare dell'Etruria c'erano stati dei movimenti 'anomali' già il 22 agosto del 2014. Il 12% del capitale dell'istituto, passò di mano per un controvalore degli scambi di circa 20 milioni di euro. La Consob, allora non ritenne di dover procedere: non furono riscontrati “elementi sufficienti ad avviare un'indagine di abuso di mercato”. Adesso la situazione è completamente diversa. “Le analisi effettuate hanno rilevato la presenza di alcuni intermediari con un'operatività potenzialmente anomala, in grado di generare margini di profitto, sia pure in un contesto di flessione dei corsi”. Si tratta di soggetti che hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio, con vendite nella settimana successiva. “Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operatività sono stimabili in 10 milioni di euro”. La Consob starebbe indagando per appurare l'identità di questi beneficiari. La difficoltà di tali accertamenti, come in tutte le indagini di insider trading, è costituita dal fatto che spesso l'intermediario che opera in Borsa agisce per conto di propri clienti, i quali a loro volta possono essere soggetti giuridici organizzati in ramificate strutture societarie, spesso con sedi all'estero, rispetto alle quali può essere complesso risalire al controllante ultimo. Eppure un’idea di alcuni di questi soggetti è già circolata persino sui giornali. Di sicuro la riforma Renzi “determinera' un aumento dell'efficienza del mercato del controllo societario”, anche in prospettiva di apertura e sviluppo del mercato dei capitali. Certo che qualcuno ci ha fatto sopra dei bei soldi. Roma, 16 febbraio 2015 |